Il Sacro Monte Calvario è una Via Crucis che conduce dalla periferia di Domodossola al Colle di Mattarella.
Il Colle di Mattarella è il luogo più antico dell’Ossola per le vicende civiche, politiche e religiose riscontrate, risalenti ai primi insediamenti di origine Celtica.
Il Sacro Monte di Domodossola si inserisce nel contesto dei nove Sacri Monti sorti a partire dal XVI secolo (Varallo 1486 è il primo, Domodossola 1657 è l’ultimo) tra il Piemonte e la Lombardia e oggi dichiarati dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Storicamente i Sacro Monti sorgono come “libri dei poveri” raccogliendo l’antica tradizione popolare di raccontare, attraverso dipinti e statue a chi non sapeva leggere, la vita e le opere di Cristo, riaffermando la prerogativa del Cattolicesimo quale esclusivo interprete e mediatore tra Dio e l’Uomo.
Ma la loro collocazione geografica (sud delle Alpi) e l’epoca (post Controriforma Cattolica), fanno pensare in chi li ha voluti (San Carlo Borromeo vescovo di Milano dal 1564), ad una barriera ideale contro la Riforma Protestante oramai imperante al di là delle Alpi.
L’iniziativa di costruire la Via Crucis fu dei Padri Cappuccini, ordine francescano da tempo presente a Domo con una chiesa dedicata a San Francesco e un monastero in località Cappuccina e troverà il favore sia del Vescovo di Novara Giulio Maria Odescalchi che della popolazione; a Giovanni Matteo Capis, giureconsulto e uomo di primo piano in Ossola nel seicento, verrà affidata la cura ed il governo della fabbrica.
Dopo aver piantato una croce nel 1656 sopra il colle le prime opere saranno un “arco trionfale” di accesso, posto all’inizio della strada che conduce al colle nei pressi della chiesa della Madonna della Neve (arco detto di Ponzio Pilato e poi abbattuto nel 1875) e il Santuario Santissimo Crocifisso (prima pietra 8 Luglio 1657 sulla destra dell’altare) contenente la XII e XIII stazione.
L’intera opera ebbe complesse vicissitudini, compreso un periodo di inattività causato dallo storno di tutte le risorse economiche disponibili per recuperare l’edificio del Duomo in Domodossola, parzialmente crollato, e fu completata solo ad inizio del Novecento.
Le cappelle più antiche sono la IV (1661), la IX (1664) e la II (1666).
La statua più antica (1661 Bussola) è nel Santo Sepolcro della XIV stazione a lato del Santuario
I^ stazione “condanna a morte di Gesù”: eretta nel 1900 (statue in gesso raffiguranti la scena di Ponzio Pilato) su quanto restava della precedente del Settecento, distrutta nel 1830 da una deflagrazione dopo che era stata requisita in epoca Napoleonica ed adibita a deposito di polvere da mina.
II^ stazione “Gesù caricato della Croce”: eretta nel 1666 contiene le statue in terracotta di Dionisio Bussola, artista molto affermato all’epoca tanto da diventare proto statuario al Duomo di Milano e entrato in relazione con il Capis grazie al famoso pittore vigezzino Carlo Mellerio; (*)notare la scritta sulla facciata per le indulgenze plenarie con gli errori di italiano.
III^ stazione “Prima caduta di Gesù”: fu l’ultima ad essere costruita nel 1907.
IV^ stazione “Incontro di Gesù con Maria”: è la cappella più antica (dopo la XIV dentro il Santuario) eretta nel 1661 con le statue del Bussola (portico del 1701). (*)notare il personaggio col “gozzo”, tipica malformazione dell’epoca, che aveva irritato i domesi tanto da costringere il Bussola a scrivere una lettera in cui si impegnava a non farne altri; ma la raffigurazione venne utilizzata anche come ammonimento per i bambini capricciosi “sei un manigoldo della IV cappella” (Manigoldo deriva dal nome del teologo tedesco Manegold, acerrimo persecutore di eretici).
V^ stazione “Il Cireneo”: completata nel 1837 a spese del conte Giacomo Mellerio. Le statue dello scultore Vincenzo Demetz di Ortisei furono deposte nel 1957.
….notare il percorso disegnato senza tornanti ma con curve ad angolo retto che rendono più aspra la salita, quasi a voler rivivere la sofferenza della salita al Golgota.
VI^ stazione “Gesù incontra la Veronica”: eretta nel 1770 anche qui le statue sono di Vincenzo Demetz di Ortisei e collocate nel 1957.
….ingresso all’ex Convento dei Cappuccini: Napoleone aveva decretato (1810) la scomparsa degli Ordini Monastici e requisito i loro beni, così che anche il nuovo Convento dei frati Cappuccini edificato lungo la salita al colle divenne prima alloggio per le truppe, successivamente caserma del reggimento Alpini e infine ricovero di famiglie sfollate o indigenti.
VII^ stazione “Seconda caduta di Gesù”: risalente a metà del ‘700 viene completamente trasformata negli anni quaranta del XX secolo.
……Il cancello è l’ingresso all’area dei Padri Rosminiani: Il Beato Antonio Rosmini, filosofo e teologo nato a Rovereto nel 1797 e morto a Stresa nel 1855, grazie all’amicizia con il conte Giacomo Mellerio (originario di Domodossola, vicegovernatore di Milano, gran cancelliere di Lombardia e consigliere aulico dell’Imperatore a Vienna) trovò ospitalità dal 1828 nella canonica del Sacro Monte, dove fondò una congregazione religiosa “l’Istituto della Carità” (oggi conosciuto come “Padri Rosminiani”). Il Mellerio, benefattore di Domodossola, affidò ai Rosminiani la direzione e la conduzione delle scuole da lui fondate nel 1818.
….Grazie alla presenza dei Padri Rosminiani (comunità, convento, scuola per novizi e oggi centro di ritiro spirituale) tutto il complesso del Sacro Monte Calvario fu recuperato e preservato da uno stato di abbandono.
….L’edificio a destra è la sede del vecchio comune di Calice, prima che nel 1867venisse accorpato a Domodossola e ai piani superiori i locali della scuola elementare maschile.
….Il portichetto è l’ingresso dell’oratorio della Madonna delle Grazie, completato nel 1667 accorpandolo ad un’edicola preesistente. L’edificio adiacente è una copia della Santa Casa di Loreto, voluta dal Capis e terminata nel 1694. La scritta all’esterno recita: “Ferma il passo e l’attenzione o viandante, qui dove Dio per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e si è incarnato per opera dello Spirito Santo da Maria Vergine e si è fatto uomo. Fu crocifisso sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto”.
….Casa del barone Stokalper: fu residenza durante il suo esilio dalla Svizzera a Domodossola. ….Kaspar Jodock von Stokalper (Briga 1609-1691) parlava correttamente cinque lingue, era proprietario di tutte le miniere del Vallese, di pascoli, alpeggi e dava lavoro a un totale di 5000 uomini. Ma la sua grande attività fu il controllo della rete commerciale tra l’Italia ed il centro Europa (Anversa, Parigi e i porti della Manica a nord e con Milano a Sud), principalmente attraverso il Passo del Sempione che ripristinò attrezzandolo con ponti e rifugi per renderlo adatto al passaggio di carovane di merci “sommeggiatori”. La sua ascesa economica fu pari a quella politica che lo portò al ruolo di “Gran Balivo” della repubblica del Vallese, ma una congiura lo costrinse all’esilio a Domodossola nel 1679 per cinque anni. Nel 1640 istituì il primo servizio postale fisso a cavallo da Ginevra a Milano (otto giorni d’estate e dieci d’inverno).
VIII^ stazione “Incontro con le donne di Gerusalemme”: terminata nel 1778
IX^ stazione “Gesù cade per la terza volta”: edificata nel 1664 a spese della Confraternita del Santissimo Sacramento è una delle più antiche.
X^ stazione “Gesù è spogliato dalle vesti e abbeverato col fiele”: dell’inizio ’700.
XI^ stazione “Gesù inchiodato alla Croce”: è l’ultima cappella del piazzale e risale al 1768.
….a destra sorgono il Santuario e la casa dei Padri Rosminiani, sulla roccia dove anticamente sorgeva la prima torre del castello di Mattarella, costruito nel IV secolo e distrutto dagli svizzeri nel 1416.
….Il Santuario del SS. Crocifisso è l’edificio più antico dell’intero complesso monumentale e al suo interno ci sono la XII e XIII stazione.
XII^ stazione “Morte in Croce”: la croce posta sopra l’altare con ai piedi la Maddalena che abbraccia la Croce e ai lati Maria e San Giovanni è uno dei capolavori del Bussola eseguito nel 1662 e rappresenta Gesù che grida il suo ultimo appello a Dio.
XIII^ stazione “Deposizione di Cristo dalla Croce”: anche questo è un capolavoro del Bussola ( 1665) raffigurante la deposizione (San Giovanni, San Giuseppe D’arimatea e Maria con Maddalena). (*)Notare che il volto di Cristo non è visibile (solo Giovanni lo vede) perché in tutta la rappresentazione del Calvario non viene mai rappresentata la morte, come vedremo anche nella cappella del Santo Sepolcro.
….. sui pilastri dell’ottagono centrale dell’edificio sono collocati otto Profeti (Bussola) nell’atto di dialogare a due a due, mentre i due Re anticipano sullo sfondo il Re dei Re; la presenza dei Profeti, ognuno vissuto con le proprie contraddizioni ma tutti profetizzanti la venuta di Gesù, sta a significare che nella salvezza del Cristianesimo ognuno entra (fisicamente dall’ingresso) con la propria storia personale ma il punto d’arrivo è la salvezza in Cristo (dove giunge lo sguardo finale).
…..nel Santuario si è inteso rappresentare tutta la storia del Cristianesimo, dai Profeti alla sacra famiglia (visione della Croce), dalla crocifissione all’assunzione in Celo (sul soffitto della cupola, statua sempre del Bussola).
XIV^ stazione “Cristo nel Santo Sepolcro”: la cappella è ricavata nella roccia sul fianco del Santuario e la statua realizzata dal Bussola è la più antica, portata nel 1661 con una processione da Domodossola. (*)Notare che anche qui Cristo non appare morto ma come se stesse resuscitando (mano sinistra levata e gonfiore della vena sul collo).
XV^ stazione “Resurrezione”: detta anche del Paradiso e edificata nel 1701. (*)Notare la statua del Re Mago Gaspare e del suo paggio realizzate dal Bussola, mentre le altre statue sono di Giuseppe Rusnati).
(*) Notare che le stazioni sono XV e non XIV come si sarebbe poi stabilito nel XVII° secolo per le Vie Crucis.
Il Castello di Mattarella:
Secondo alcuni storici già in epoca Longobarda era edificato il “castrum” sullo sperone del colle di Mattarella (luogo probabilmente già frequentato dai Celti come testimonia il masso coppellato e il toponimo derivante dal culto delle Matrone).
Probabilmente nel Castrum vi era anche la presenza di una chiesa battesimale.
Alcune tombe di guerrieri con lance e spade (rinvenute ma andate disperse) segnano la presenza militare sin dall’età Longobarda (ducato di Pombia VI° sec.) che poi sarà Carolingia (Marca di Ivrea IX° sec.), quindi nel X° secolo Ottoniana (castrum Oxilia), per il tramite dei vescovi di Novara, ed infine Viscontea nel nascente Ducato di Milano (XIV° sec.).
Unica testimonianza di epoca romana una tomba di soldato (Claro Fuenno I°-II° sec.) ritrovata però a Domodossola.
Il castello sarà distrutto dagli Svizzeri nel 1416 in occasione della loro III^ invasione dell’Ossola ma oramai stava già perdendo la sua importanza strategica perché Domo si era cinta di proprie mura con un castello.
(a cura di Dario Turco)